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Cos'è la gamification:
significato, vantaggi e campi di applicazione.
Chi non ama giocare? Il gioco ha da sempre un potere speciale: diverte, coinvolge, stimola la creatività e favorisce l’apprendimento.
È proprio osservando questi effetti che si è iniziato a chiedersi se le dinamiche del gioco potessero essere utili anche altrove – nella scuola, al lavoro, nei servizi, nella comunicazione.
Nasce così l’idea di gamification: un modo per applicare elementi di gioco a contesti non ludici, con l’obiettivo di rendere le esperienze più coinvolgenti e orientare i comportamenti in modo positivo.
Oggi se ne parla sempre più spesso, ma non sempre è chiaro cosa significhi davvero.
In questo articolo vedremo cos’è la gamification, come funziona, quali vantaggi può offrire e dove può essere utilizzata. Perché giocare non è solo un passatempo: può diventare uno strumento potente.
Cos’è la gamification: significato e funzionamento.
Con gamification si fa riferimento all’uso di elementi tipici dei giochi – come punti, livelli, ricompense, sfide, classifiche o dinamiche di narrazione – in contesti che, di per sé, non hanno una natura ludica.
L’obiettivo non è intrattenere, ma stimolare comportamenti desiderati, aumentare l’engagement e guidare le persone verso determinati risultati.
Nel corso degli anni sono state date diverse definizioni, ma tutte ruotano attorno a un nucleo comune. Sebastian Deterding, uno degli esperti più citati sull’argomento, descrive la gamification come l’applicazione di tecniche di game design a contesti che non sono giochi. Werbach e Hunter parlano di un uso mirato delle dinamiche ludiche in ambienti diversi, con scopi ben precisi. Brian Burke, analista di Gartner, introduce invece il concetto di experience design: secondo lui, non si tratta solo di inserire elementi di gioco, ma di progettare esperienze coinvolgenti che funzionano nel digitale come nella vita reale.
In pratica, la gamification non serve a “trasformare tutto in un gioco”, ma a prendere il meglio del gioco per ottenere qualcosa di concreto: rendere l’apprendimento più efficace, migliorare la produttività, creare legami più forti con i clienti, oppure invitare le persone a partecipare a un progetto con più entusiasmo.
In questo senso, la gamification non va confusa con ciò che viene invece definito game-based learning. In questo secondo caso, infatti, si fa riferimento a una metodologia che usa il gioco a fini educativi.
Nel game-based learning, infatti, è il gioco in quanto tale a diventare lo strumento principale per insegnare o formare. Non si “aggiunge” il gioco, si usa un gioco vero e proprio, digitale o analogico, per trasmettere contenuti, sviluppare competenze o favorire l’apprendimento attraverso l’esperienza diretta. In poche parole il gioco è il fulcro dell’apprendimento.
Un esempio concreto?
Se in un corso online si assegnano punti agli studenti per ogni modulo completato e si mostrano badge al termine di ogni unità, si parla di gamification. Se invece lo studente impara giocando a una simulazione o a un videogioco educativo in cui deve prendere decisioni o risolvere problemi, siamo nel campo del game-based learning.
I vantaggi della gamification
Applicare le dinamiche del gioco in ambiti diversi da quelli di gioco è una strategia che funziona, in quanto si basa su specifici meccanismi psicologici.
Studi scientifici dimostrano che la gamification migliora il coinvolgimento, stimola la partecipazione attiva e rende più efficaci molte attività, che possono spaziare dalla formazione al marketing, fino ai servizi pubblici.
Uno dei vantaggi più evidenti è, appunto, l’effetto che questa metodologia ha sulla motivazione. Elementi come obiettivi da raggiungere, ricompense simboliche, livelli da sbloccare o feedback immediati fanno sentire le persone più coinvolte e le aiutano a restare concentrate. Non si tratta solo di rendere tutto più “divertente”, ma di attivare quei piccoli meccanismi mentali che ci spingono a proseguire, a migliorare, a non mollare.
Un altro punto a favore riguarda l’apprendimento. Integrare elementi ludici nei percorsi formativi aiuta a imparare meglio e più in profondità. Esperienze pratiche, simulazioni, piccole sfide o storie ben costruite restano nella memoria molto più facilmente rispetto a una lezione frontale o a un manuale da studiare.
C’è poi un aspetto spesso sottovalutato: l’esperienza utente. La gamification può rendere i percorsi più fluidi, più intuitivi e anche più piacevoli da vivere. Brian Burke, analista di Gartner, lo definisce experience design: progettare esperienze che funzionano bene, ma che piacciono anche a chi le vive.
Infine, non va dimenticato il lato sociale. Il gioco può rafforzare la collaborazione, stimolare una competizione sana o creare un senso di appartenenza. Che si tratti di un’azienda, di una scuola o di un progetto sul territorio, questo tipo di dinamiche può fare davvero la differenza.
Dove si applica la gamification
Negli ultimi anni, la gamification si è diffusa in numerosi ambiti, diventando sempre più oggetto di interesse e di studio. Ciò nasce dalla possibilità di rendere le attività più coinvolgenti, motivanti e personalizzate. In molti settori è diventata una integrazione naturale ad altri strumenti digitali o a esperienze dal vivo.
Uno dei settori che più ha tratto beneficio da tale utilizzo è senza dubbio quello aziendale. Qui la gamification viene impiegata con profitto per una serie di scopi. Dalla formazione interna all’incentivo della produttività fino al team building e alle risorse umane, le meccaniche di gioco possono facilitare l’apprendimento e rendere più gratificante il raggiungimento degli obiettivi.
Anche il mondo della scuola nella sua evoluzione più recente ha scelto di introdurre la gamification per coinvolgere i ragazzi in un processo di apprendimento più attivo. Che si tratti di una piattaforma e-learning o di un percorso scolastico in presenza, il gioco permette agli studenti di sperimentare, sbagliare e progredire in un ambiente stimolante.
Nel marketing e nella comunicazione, settore in cui proporre qualcosa di nuovo è sempre difficile, la gamification offre nuove strade per coinvolgere clienti, utenti e community. Sfide, quiz, premi o percorsi personalizzati possono aumentare l’engagement, migliorare la customer experience e rafforzare il legame con il brand. L’applicazione di gaming digitali fornisce anche strumenti avanzati per il tracciamento delle interazioni e per la raccolta delle lead, indispensabili sia in fase di reportistica sia per una profilazione efficacia dei customer e delle loro inclinazioni.
Infine, la gamification si sta affermando anche nei servizi pubblici, nella sanità e nei progetti territoriali, dove viene usata per offrire servizi utili all’utente, promuovere comportamenti virtuosi, facilitare la partecipazione dei cittadini o sensibilizzare su temi sociali e ambientali.
Domande frequenti sulla gamification
Cosa si intende con gamification?
La gamification è l’applicazione di elementi tipici dei giochi a contesti non ludici, con l’obiettivo di rendere le attività più coinvolgenti e motivanti. Non si tratta di “giocare” in senso stretto, ma di usare dinamiche di gioco per stimolare comportamenti positivi, migliorare l’esperienza utente o facilitare l’apprendimento.
Che cos'è la metodologia di gamification?
La metodologia di gamification è l’insieme delle strategie con cui si progettano e si integrano elementi di gioco in un sistema o in un processo.
Tale sistema può prevedere sfide, livelli, premi, avatar, bagde, missioni o classifiche, sempre orientati all’efficacia e alla partecipazione degli utenti.
Qual è l'obiettivo principale della gamification?
L’obiettivo principale è stimolare la motivazione e il coinvolgimento delle persone.
Attraverso il gioco, la gamification aiuta a rendere più interessanti attività che altrimenti potrebbero risultare noiose, ripetitive o poco attrattive.
È usata per incentivare l’apprendimento, promuovere buone pratiche, fidelizzare utenti o clienti e migliorare l’efficacia dei processi.
Qual è la funzione della gamification in ambito scolastico?
In ambito scolastico, la gamification viene utilizzata per rendere l’apprendimento più interessante e partecipativo.
Aiuta a stimolare l’attenzione, favorisce la memorizzazione e rende più coinvolgenti anche i contenuti complessi.
Inoltre, permette di valorizzare il percorso, non solo il risultato, incentivando la curiosità e il desiderio di migliorarsi.
Fonti:
A Maestri, J. Sassoon, P. Polsinelli, Giochi da prendere sul serio: Gamification, storytelling e game design, Franco Angeli, 2018
Alberto Ferrari, Tangible e Block Programming per introdurre il pensiero computazionale, Tesi di dottorato di ricerca, Università degli Studi di Parma, 2014-2017
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